Ancora, come al solito, il teatro santaluciano propone un tuffo nel passato, anche se il titolo “A chigl’at’ munn’” potrebbe far pensare al futuro. Invece, proprio di passato si tratta, perché i personaggi delle nostre precedenti rappresentazioni sono stati immaginati in Paradiso in una sorta di visione dantesca.
Il nostro novello Dante arriva nell’ aldilà e vi incontra il suo amato maestro e tanti paesani, anche quelli che non si aspettava di trovare lì, ma la giustizia divina, si sa, misura con un metro diverso da quella umana. Dalle loro chiacchierate emergono piccole storie, tutti tasselli con cui ricostruire il puzzle della storia della nostra contrada, la sua evoluzione, la sua emancipazione… in modo che, da sperduto villaggio rurale qual era, oggi la contrada di S. Lucia è entrata a far parte, fattivamente, del villaggio globale che è il mondo..
Scenette esilaranti, che ricostruiscono fatti realmente accaduti, si alternano a momenti di riflessione. Il tutto condito dal dialetto locale che dà colore e vivacità all’azione e spontaneità e veridicità agli interpreti, tutti dilettanti appassionati che calcano le scene ormai con disinvoltura.