Puntuale all’appuntamento estivo, l’A.P.S. SANTA LUCIA ripropone, per la dicioettesima volta, “il teatro dei luoghi”.
Come è tradizione del teatro dell'Associazione S. Lucia, il tema è sempre la storia locale, nel cui ambito è inserita la ricostruzione di fatti realmente accaduti, anche se a volte possono sembrare romanzeschi. Sullo sfondo del primissimo dopoguerra, protagoniste sono le donne, trepidanti mogli o fidanzate, innamorate, speranzose o deluse che rappresentano l'universo femminile di ogni tempo. C'è la donna sposata per procura, quella conosciuta durante lo sfollamento o in terra straniera, quella ormai rassegnata e improvvisamente rasserenata; tutte donne piene d'amore e di fiducia in un futuro di pace. La compagni amatoriale "Alla ricerca delle proprie radici" esprimerà l'ennesimo episodio, frutto della memoria storica, nel vernacolo della propria terra, per conservare la propria identità.
Il tutto espresso nel lessico di quel tempo, che i nostri attori sanno interpretare con naturalezza e spontaneità. Un modo per conservare e salvaguardare l’identità di un popolo, qual è appunto il dialetto locale e, nello stesso tempo, conoscere ed approfondire la storia del territorio.
Vi aspettiamo numerosi e rispettosi delle norme anti-covid in vigore il giorno della manifestazione.
Puntuale all’appuntamento estivo, l’A.P.S. SANTA LUCIA ripropone, per la dicioettesima volta, “il teatro dei luoghi”.
Come è tradizione del teatro dell'Associazione S. Lucia, il tema è sempre la storia locale, nel cui ambito è inserita la ricostruzione di fatti realmente accaduti, anche se a volte possono sembrare romanzeschi. Sullo sfondo del primissimo dopoguerra, protagoniste sono le donne, trepidanti mogli o fidanzate, innamorate, speranzose o deluse che rappresentano l'universo femminile di ogni tempo. C'è la donna sposata per procura, quella conosciuta durante lo sfollamento o in terra straniera, quella ormai rassegnata e improvvisamente rasserenata; tutte donne piene d'amore e di fiducia in un futuro di pace. La compagni amatoriale "Alla ricerca delle proprie radici" esprimerà l'ennesimo episodio, frutto della memoria storica, nel vernacolo della propria terra, per conservare la propria identità.
Il tutto espresso nel lessico di quel tempo, che i nostri attori sanno interpretare con naturalezza e spontaneità. Un modo per conservare e salvaguardare l’identità di un popolo, qual è appunto il dialetto locale e, nello stesso tempo, conoscere ed approfondire la storia del territorio.
Vi aspettiamo numerosi e rispettosi delle norme anti-covid in vigore il giorno della manifestazione.
Puntuale all’appuntamento estivo, l’A.P.S. SANTA LUCIA ripropone, per la diciassettesima volta, “il teatro dei luoghi”.
La lente d’ingrandimento della compagnia amatoriale “Alla ricerca delle nostre radici” stavolta si è posata sull’anno 1915, quando, allo scoppiare del primo conflitto mondiale, tutti gli uomini validi dovettero andare in guerra. Il fatto narrato, come al solito veramente accaduto perché attinto dalla memoria storica, farà capire le condizioni sociali della nostra terra poco più di un secolo fa: non solo usi, costumi, superstizioni, problemi, ma anche arguzie e furbizie, grettezze e generosità. Sarà insomma un viaggio nella mentalità della gente di oltre un secolo fa.
Il tutto espresso nel lessico di quel tempo, che i nostri attori sanno interpretare con naturalezza e spontaneità. Un modo per conservare e salvaguardare l’identità di un popolo, qual è appunto il dialetto locale e, nello stesso tempo, conoscere ed approfondire la storia del territorio.
Vi aspettiamo numerosi e rispettosi delle norme anti-covid in vigore il giorno della manifestazione.
Puntuale all’appuntamento estivo, l’ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE-CULTURALE SANTA LUCIA ripropone, per la sedicesima volta, “il teatro dei luoghi”.
”STRATEGIE D’AMORE” è il titolo della commedia che si apprestano a portare sulla scena gli attori della compagnia amatoriale “Alla ricerca delle
nostre radici”. Lo scopo della nostra attività è appunto riportare alla luce fatti
di tanti anni fa, le radici, ossia storie che fanno parte della nostra memoria
storica, ma si raccontano con un sorrisetto divertito come fossero
favolette. Invece sono veramente accadute, nei lontani anni cinquanta, in quel mondo contadino genuino e
maschilista, dove a fatica, con la ribellione e l’astuzia, le donne si avviavano a
emanciparsi, come hanno fatto le protagoniste della nostra commedia,
aprendo così la strada a una mentalità nuova. Uno spaccato di vita vissuta,
espressa nel vernacolo locale molto amato dagli interpreti e apprezzato da
quanti credono nella valenza del dialetto. .
Il tutto magistralmente interpretato dai nostri attori dilettanti, i quali, essendo ‘del luogo’, aggiungono alla bravura recitativa l’incanto dell’immediatezza comunicativa del dialetto locale.
Puntuale all’appuntamento estivo, l’Associazione Socio-Culturale Santa Lucia ripropone, per la dodicesima volta, “il teatro dei luoghi”.
L’avvenimento storico ricostruito, secondo la tradizione della compagnia teatrale “ Alla ricerca delle nostre radici”, è l’inaugurazione della stazione di Fontanarosa, nel 1950, che rappresentò per la zona un grande balzo nella civiltà. Dai ricordi di chi allora c’era e ancora c’è oggi, viene riproposta la festa che la gente semplice del luogo preparò per l’occasione: gli intrattenimenti offerti agli intervenuti, personaggi politici di alto livello, e alla popolazione accorsa numerosa. Un vero e proprio tuffo nel passato, il quale dimostra ancora una volta come le semplici storie della gente comune siano intrecciate alla Storia ufficiale, con dialoghi immaginati sì, ma basati su una profonda, affettuosa conoscenza delle persone protagoniste che, insieme alla popolazione tutta, generosa, cordiale e genuina, hanno “ fatto” la storia della nostra terra. L’uso del dialetto locale, con la sua immediatezza, renderà la rappresentazione viva e verace. .
Il tutto magistralmente interpretato dai nostri attori dilettanti, i quali, essendo ‘del luogo’, aggiungono alla bravura recitativa l’incanto dell’immediatezza comunicativa del dialetto locale.
Puntuale all’appuntamento estivo, l’Associazione Socio-Culturale Santa Lucia ripropone, per la dodicesima volta, “il teatro dei luoghi”.
“Tuost’ co’ tuost’” è un detto dialettale che nella zona di Trocchio viene citato spesso, per indicare lo spirito con cui ci si oppone con testardaggine a chi si è impuntato su un’idea o un comportamento senza sentire ragioni. E viene citato perché è qui che è stato coniato, quasi cento anni fa, in un clima di discordia familiare che oggi fa sorridere, ma allora appariva come una specie di tragedia per i protagonisti della vicenda rappresentata. Si potrebbe dire che il fatto rappresenta la crisi della famiglia patriarcale, forse il punto di svolta di un’usanza che è andata via via estinguendosi nelle nostre campagne, ossia la convivenza del figlio sposato nella casa paterna. Gli attori della compagnia “ Alla ricerca delle nostre radici”, attraverso scenette esilaranti e utilizzando come al solito il vernacolo locale, colorito e verace, ci presentano appunto le nostre radici, umili, ma schiette e veraci. .
Il tutto magistralmente interpretato dai nostri attori dilettanti, i quali, essendo ‘del luogo’, aggiungono alla bravura recitativa l’incanto dell’immediatezza comunicativa del dialetto locale.
Puntuale all’appuntamento estivo, l’Associazione Socio-Culturale Santa Lucia ripropone, per la decima volta, “il teatro dei luoghi”.
La compagnia teatrale amatoriale dell’Associazione Socio-Culturale Santa Lucia, in occasione del decennale della sua nascita, si è data un nome: “ Alla ricerca delle nostre radici”. Già il nome indica il contenuto che caratterizza ogni opera portata sulla scena dal 2004 ad oggi: come eravamo, come e chi siamo stati, da dove siamo partiti, quante ne abbiamo passate… e come abbiamo reagito. Sì, perché la vita, si sa, non è quello che ti accade, ma come reagisci a quello che ti accade. Con la rappresentazione “ Rometta e Giulieo” vedremo come reagirono due innamorati a una storia d’amore non accettata dalla famiglia di lei. Protagonista, però, non è la coppia, ma il contesto sociale di quel lontano 1928 . Contesto che affiora, in tutta la sua connotazione culturale, dai dialoghi, facendo da cornice alla trama. Ed ecco l’onestà, i sotterfugi, le furbizie, la saggezza, l’ingenuità , in una parola, “la storia” della contrada emergere dalle situazioni, che a volte possono apparire rocambolesche, eppure, nel teatro della vita santaluciana, sono realmente accadute. E il dialetto le rende ancor più veritiere, perché con tale linguaggio accaddero. .
Il tutto magistralmente interpretato dai nostri attori dilettanti, i quali, essendo ‘del luogo’, aggiungono alla bravura recitativa l’incanto dell’immediatezza comunicativa del dialetto locale.
Puntuale all’appuntamento estivo, l’Associazione Socio-Culturale Santa Lucia ripropone, per la nona volta, “il teatro dei luoghi”.
Ancora una volta, un episodio veramente accaduto diventa l’occasione per inserirvi uno spaccato di vita del tempo. E’ il 1912, uno degli anni in cui si raggiunse il picco dell’emigrazione in Italia. Debellato il brigantaggio, si cercò un altro modo di sfuggire alla miseria e all’ingiustizia sociale. E si scelse la via della lontana America, eterno miraggio italiano che resiste ancora oggi. Anche dalla piccola contrada di S. Lucia partirono alcuni intraprendenti e coraggiosi uomini, spinti dal bisogno sì, ma anche da un certo ‘spirito di Ulisse’, unito però al senso di fatalismo che sempre accompagna chi cerca di dare una svolta decisiva alla propria vita. E nella svolta decisiva…c’entra anche il Titanic, di cui ricorre quest’anno il centenario.
E’ l’ennesimo tassello del puzzle della nostra storia, e servirà a rinvigorire ricordi trasmessi dalla memoria storica che aleggia in ogni famiglia, a volte in forma di aneddoto, a volte quasi di leggenda; servirà, soprattutto, a ‘vedere’ coi propri occhi com’era la vita giusto un secolo fa: usi, costumi, problemi, sciagure, fortune, usanze e credenze, ingenuità e arguzie.
Il tutto magistralmente interpretato dai nostri attori dilettanti, i quali, essendo ‘del luogo’, aggiungono alla bravura recitativa l’incanto dell’immediatezza comunicativa del dialetto locale.
Ancora, come al solito, il teatro santaluciano propone un tuffo nel passato, anche se il titolo “A chigl’at’ munn’” potrebbe far pensare al futuro. Invece, proprio di passato si tratta, perché i personaggi delle nostre precedenti rappresentazioni sono stati immaginati in Paradiso in una sorta di visione dantesca.
Il nostro novello Dante arriva nell’ aldilà e vi incontra il suo amato maestro e tanti paesani, anche quelli che non si aspettava di trovare lì, ma la giustizia divina, si sa, misura con un metro diverso da quella umana. Dalle loro chiacchierate emergono piccole storie, tutti tasselli con cui ricostruire il puzzle della storia della nostra contrada, la sua evoluzione, la sua emancipazione… in modo che, da sperduto villaggio rurale qual era, oggi la contrada di S. Lucia è entrata a far parte, fattivamente, del villaggio globale che è il mondo..
Scenette esilaranti, che ricostruiscono fatti realmente accaduti, si alternano a momenti di riflessione. Il tutto condito dal dialetto locale che dà colore e vivacità all’azione e spontaneità e veridicità agli interpreti, tutti dilettanti appassionati che calcano le scene ormai con disinvoltura.
rappresentazione teatrale in un atto scritta e diretta da Anna Maria Arciero
Sabato 7 Agosto 2010 - Santa Lucia (Cervaro)
presso la fontana, in località Arcieri a 300m dalla sede dell'Associazione Culturale "Santa Lucia" inizio ore 20:30; (Foto della Serata)
La compagnia di attori dell'Associazione culturale Santa Lucia continua a percorrere la strada della memoria presentando "Storie d'amore e d'onore", storie realmente accadute negli anni venti del secolo scorso e conservate nella memoria dell'ultracentenario della nostra contrada: giovani innamorati che tornano a casa dopo una fuga d'amore, corteggiatori accaniti e focosi che ricorrono all'arma, chi della parola e chi del rasoio, per farsi strada nel cuore dell'amata, vecchie coppie che battibeccano nel crepuscolo dell'amore maturo...E', come al solito, l'anima della contrada che emerge preponderante,con il suo modo di concepire l'amore e l'onore, ma anche la politica e la cultura, le relazioni e le passioni. Insomma una sorta di anamnesi delle condizioni socio-economiche del periodo nella piccola contrada di Santa Lucia.
Il tutto nella colorita, unica lingua dei nostri padri, lingua da non perdere e da salvaguardare, perchè più cresce la globalizzazione più cresce il valore locale.